Nei villaggi d’intorno - Mc 6,1-6 |
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+ Dal Vangelo secondo Marco |
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Da dove gli vengono queste cose? |
Gesù insegna nella sinagoga di Nazareth, anche se Marco non la nomina, molti ascoltano ma gli interrogativi e le perplessità non mancano. Le parole che sono riferite sembrano piuttosto un insieme di chiacchere … il contenuto di quello che Gesù ha detto sembra non avere interesse per guardare e criticare il resto, c’è un misto di imbarazzo per un compaesano, forse un pizzico di invidia se non addirittura vergogna per una situazione che è uscita dall’abitudine, dalla tradizione che perpetuava mestieri, relazioni, tessuto sociale; Gesù, diremmo oggi ha “dirazzato”, siamo molto vicini allo scandalo. |
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Non è costui il falegname |
Lui è ben conosciuto, con lui hanno giocato da bambini, del suo mestiere si sono serviti… è più facile immaginare un maestro figlio di maestri. Qui il mistero della incarnazione si rivela in tutte le sue difficoltà, anche per noi oggi è più facile immaginare un Gesù che assomiglia a Dio che sa d’incenso piuttosto che un Gesù che assomiglia ad un falegname, intriso di resine e sporco di segatura. Non è Dio che scandalizza quanto la sua incarnazione, la sua caparbietà nel voler essere uomo irriconoscibile tra gli uomini. L’assomigliarci troppo, l’aver abbattuto il confine di demarcazione tra l’umano e il divino che ci impedisce di capire con esattezza a chi ci stiamo rivolgendo, chi stiamo ascoltando. Una religione troppo umana, fatta di relazioni umane, di attenzione agli ultimi di questa umanità disturba il nostro bisogno di divino, il nostro desiderio di ascendere nell’alto dei cieli. |
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il figlio di Maria |
Quello che per noi è un bel titolo, per il riconoscimento e l’affetto che nutriamo nei confronti della Madre del Signore, in bocca ai suoi compaesani suona come offesa. Le persone sono conosciute per la loro discendenza, il nome del proprio padre (Cfr. Mc 2,14: Levi, figlio di Alfeo ; Mc 3,17: Giacomo, figlio di Zebedeo ; Mc 10,46: Bartimeo, figlio di Timeo; Mc 15,7: Un tale, chiamato Barabba: “bar-abba” figlio del padre,per dire figlio di nessuno), non per il nome della madre. Gli altri sinottici nei passi paralleli correggono l’espressione che suona male: Matteo lega le due affermazioni e dice Figlio del falegname per poi aggiungere sua madre non si chiama Maria? (13,55); Luca più decisamente dice figlio di Giuseppe (4,22). Certamente ha colpito la fantasia dei compaesani il nascondimento di Maria nel periodo della gravidanza (visita a Elisabetta), questa nascita avvenuta altrove (Betlemme), e prematuramente rispetto ai canoni del matrimonio; chiamare Gesù Figlio di Maria è come rivangare qualcosa che non torna nella sua storia e che adesso si sta manifestando con gli strani poteri che gli sono attribuiti. |
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E lì non poteva compiere nessun prodigio |
Abbiamo il potere malvagio di frenare la benevolenza divina; non lasciamo spazio perché Dio innesti la sua vita nella nostra per poter crescere. Abbiamo paura di perdere, di essere deboli e fragili, abbiamo timore di abbandonarci alla Parola e all’Azione di Cristo, non ci fidiamo a sufficienza mantenendo il nostro spazio e la nostra presunta libertà sazi della nostra autosufficienza, indipendenti da Dio; eppure san Paolo scopre che quando sono debole, è allora che sono forte (2Cor 12,10). |
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